Nel corso del 2020, la cesura temporale e dialettica, tra un mondo pre/post COVID-19, ha impattato significativamente le nostre vite, facendoci perdere ogni punto di riferimento, sia esistenziale che fenomenico, cambiando profondamente la nostra percezione de “l’altro” e la nostra relazione con “l’altro”, non solo nella forma, ma anche nella sostanza, e inaugurando una realtà fatta di impermanenza e di indeterminatezza, le cui ferite emotive non sono riconducibili a categorie/modelli del passato.
Stessa sorte è toccata al settore della filantropia che, per la prima volta, si è trovata a far fronte ad una doppia sfida, dai contorni ontologici: l’azione in emergenza e la reattività della risposta.
La frenesia di una routine fatta di (inter)scambi, spostamenti, voli aerei, colloqui, training, conferenze, eventi, spettacoli, festival, mostre interattive, laboratori artistici e didattici, missioni sul terreno, applausi … ha, de facto, ceduto il passo ad una (a)normale lentezza e silenzio che, invitando ad una profonda riflessione, hanno fatto scaturire le seguenti domande: Come (ri)pensare una nuova normalità? Come continuare a (r)esistere? Come adattarsi, senza venir meno ai propri obiettivi e nella tutela massima della salute e della sicurezza degli operatori del Terzo Settore nei diversi luoghi di lavoro? Come far fronte ai cambiamenti?
Nel tentativo di rispondere, in modo mirato e tempestivo, a queste domande, il settore della filantropia ha dato prova di grande creatività, di immaginazione e di resilienza, inaugurando nuove modalità di intervento digitali e nuove forme di progettualità online che, in fine, hanno migliorato l’impatto qualitativo sui beneficiari, stimolandone l’entusiasmo, e hanno aumentato l’incisività (reach) delle attività inizialmente previste sul terreno e in presenza.
La cesura del COVID-19 ha, de facto, impattato anche la quotidianità lavorativa di Fondation Alta Mane che, tuttavia, in modo resiliente, ha saputo adattarsi al cambio di passo dettato dalla pandemia, rispondendo ai cambiamenti progettuali sviluppati dai partner con flessibilità e dinamismo, garantendo, sempre, una certa libertà operativa che ha permesso ai partner di vigilare sui costi di struttura e tutelare le risorse umane necessarie per l’attuazione e lo svolgimento dei progetti, nella duplice e ibrida modalità online/offline.
Durante l’anno appena trascorso, Fondation Alta Mane ha, in effetti, focalizzato il suo intervento in modo prioritario sulla gestione dell’impatto della pandemia sull’operatività implementativa e progettuale dei partner. In linea con la sua missione, la Fondazione ha, conseguentemente, potenziato un tipo di sostegno “strategico” e non solo finanziario, che ha favorito una condivisione/coesione, quasi empatica, con i partner, avviando un cammino di riflessione, di condivisione di idee e di crescita reciproca, che ha portato all’attivazione di rinnovate sinergie ed azioni progettuali.
Nel solco tracciato dal rinnovamento strategico già avviato nel 2017, Alta Mane, nel 2020, ha sostenuto svariati progetti “sistemici”, integrati e abilitanti, rispondenti tutti, e in egual misura, al nuovo modello operativo della Fondazione, ovvero, un modello più consono a rispondere, in modo tempestivo e mirato, alle sfide attuali, soprattutto in ambiti migratori e umanitari, più incisivo in termini di impatto, e finalizzato ad un tipo di sostegno più duraturo ed efficace, circoscrivendo il suo intervento, in modo prioritario, ai contesti migratori in Svizzera e in Europa, con particolare riferimento alla Grecia, ai Balcani (Bosnia-Erzegovina) e alla Spagna, che sono i paesi maggiormente e più drammaticamente colpiti dall’arrivo massivo dei flussi migratori.
Nel 2020, il sostegno a questo tipo di progetti ha permesso alla Fondazione, da una parte, di consolidare e di potenziare le relazioni con partner di eccellenza, con cui è stata instaurata una proficua, costruttiva e fruttuosa collaborazione pluriennale, quali Save the Children, Red Noses Clowndoctors International e Fondation Terre des hommes. Dall’altra, le ha permesso di aprire nuove prospettive progettuali tese a rafforzare e diversificare, dal punto di vista artistico e geografico, l’intervento di Alta Mane nel Mediterraneo, in contesti migratori ed emergenziali, inaugurando la collaborazione, nell’ambito del settore sociale e dello sviluppo, con due nuovi partner: El Sistema Greece e The Red Pencil Europe.
In merito alle co-partnership, nel 2020, la Fondazione ha deciso di sospendere, momentaneamente, gli accordi di partnership gestiti da Fondazione Alta Mane Italia (AMI). Questa decisione, già intrapresa nel 2019, e poi confermata durante l’anno appena trascorso, è in linea con l’attuale riposizionamento strategico e programmatico della Fondazione, e risponde altresì al processo di profonda riflessione e verifica di fattibilità, tutt’ora in corso, per il posizionamento di AMI in un’ottica internazionale e per una possibile individuazione e attivazione di nuove partnership, con nuova localizzazione geografica in Africa e nel Mediterraneo, tese a migliorare le condizioni di vita dei giovani più vulnerabili, in situazione di forte disagio socioeconomico e spesso vittime di prolungati conflitti.
In proposito, ricordiamo che trattasi di contratti tri-partiti tra la Fondazione, Alta Mane Italia e i beneficiari (Partner), in base ai quali:
- Alta Mane Italia sostiene i beneficiari delle donazioni nell’avvio e nell’implementazione dei progetti, nelle diverse e complesse articolazioni che ciascun contesto sociale, od ospedaliero, richiede, curando le relazioni con i Partner, il monitoraggio per tutta la durata del Progetto e la sua valutazione, e la possibilità di futura autosostenibilità del partner;
- La Fondazione sostiene gli stessi beneficiari erogando direttamente a loro le donazioni oggetto dei progetti, a seguito delle usuali verifiche in merito alla corretta utilizzazione dei fondi.
Il settore d’intervento è sempre quello dell’utilizzo dell’Arte nelle situazioni di estrema emarginazione sociale e di ospedalizzazione dei giovani a causa di gravi patologie.
ALTRE DONAZIONI
Oltre a quelle sopra descritte, nel 2020, Alta Mane ha continuato a sostenere alcune organizzazioni no profit, già partner della Fondazione, ovvero: la Fondation Privée des HUG, in Svizzera, mediante il rinnovo del sostegno al progetto pilota di musicoterapia per bambini con cardiopatie congenite e malati cronici ospedalizzati presso gli Hôpitaux Universitaires de Genève (HUG); e la Fondazione TEGV, in Turchia, mediante il sostegno del programma triennale di arte-educazione, teso a sviluppare dei modelli educativi innovativi e interdisciplinari, e a replicarli su scala nazionale.
NUOVE DONAZIONI
La Fondazione ha, inoltre, avviato due nuove collaborazioni con El Sistema Greece, in Grecia, mediante il sostegno di un progetto di educazione musicale destinato ai minori on the move, accolti presso i Refugee Sites di Skaramagkas e Eleonas (Regione dell’Attica, Atene); e con The Red Pencil Europe, in Spagna, mediante il sostegno di un progetto di arte-terapia destinato ai bambini e ai giovani, migranti, rifugiati e richiedenti asilo, accolti presso i Reception Centers e le Independent Living Houses a Málaga (Spagna) gestiti da The Spanish Red Cross.
In sintesi, 10 progetti sono stati sostenuti con donazioni dirette della Fondazione, di cui 3 partner con sede in Svizzera (Cantone di Ginevra, Vaud e Zurigo) e 5 con sede all’estero (Austria, Belgio, Grecia, Italia e Turchia).