Il metodo HEART, ideato da Save the Children, è un programma di supporto psicosociale che utilizza il potenziale di espressione artistica dei bambini che soffrono di disturbi psicologici.

Tali disturbi sono dovuti a:

  • i. traumi di guerra;
  • ii. traumi post-conflitto;
  • iii. PTSD;
  • iv. catastrofi naturali;
  • v. percorsi migratori.

con il fine di aiutarli a processare e superare i propri traumi attraverso attività artistiche. Condividendo le loro memorie ed emozioni attraverso l’espressione artistica, i bambini riescono a rielaborare i traumi vissuti, attraverso l’arte e il gioco. In questo modo, i bambini riescono a colmare i vuoti socio-emotivi causati dal trauma stesso e attivano un processo autonomo di guarigione e stimolo che li aiuta nelle relazioni con i loro pari.

“The language of art is universal, it strengthens the character, self-confidence, curiosity, cheerfulness and directs us one to another ”

teacher Aida Piralic from Primary School “Prekounje” (Bihać, Una-Sana), explaining the significance of the HEART Program

HEART – Fase pilota nei Cantoni di Tuzla, Posavina e Una-Sana (Bosnia Erzegovina), 2014-2019

Save the Children ha iniziato a promuovere il metodo HEART (Healing and Education through the Arts) in Bosnia Erzegovina (BiH) nel maggio 2014, durante la devastante alluvione che ha colpito il paese, come strumento di accompagnamento psicosociale per i bambini e le famiglie, vittime del disastro e affetti da PTSD, avviando un progetto pilota nel cantone di Tuzla (Fase I, 2014-2015), in collaborazione con il Ministero dell’Educazione locale, teso ad inserire il metodo HEART all’interno dei curricula scolastici del cantone. Durante questa prima fase pilota, sono stati formati 60 HEART Facilitators (insegnanti di asilo e scuole elementari), che hanno raggiunto un totale di 5’000 bambini. Grazie anche al patrocinio dell’Istituto Pedagogico del cantone stesso, oggi il programma è presente in ogni scuola elementare del cantone (1-9 grado, bambini di età compresa tra 6-15 anni).

Gli ottimi risultati ottenuti durante la Fase I, nel confermare il metodo HEART come un approccio vincente nel rispondere ai bisogni di migliaia di bambini severamente affetti da stress cronici e vittime di traumi pre e post-conflitto, hanno incoraggiato Save the Children ad espandere e replicare il metodo HEART all’interno dei programmi scolastici dei cantoni circostanti, Posavina e Una-Sana, in sinergia con le autorità locali competenti in modo da assicurare una lunga sostenibilità del progetto nel corso degli anni e la sua futura replicabilità in tutta la BiH. Così, tra il 2016-2019, anche con il sostegno di Alta Mane, Save the Children, in collaborazione con il Ministero dell’Educazione locale dei cantoni di Posavina e di Una-Sana, ha replicato con successo il programma, confermando le condizioni favorevoli per inserire il metodo HEART nei programmi scolastici cantonali. Tra il 2016-2019, il metodo HEART è stato, de facto, introdotto in 61 scuole elementari, 1 asilo e 8 Drop-In Centers (per Street Children) dei cantoni di Posavina e di Una-Sana, raggiungendo 6’293 bambini e bambine (6-15 anni), e formando 269 insegnanti e pedagoghi per la replica e l’implementazione del metodo HEART nelle loro lezioni.

Le tre fasi pilota del progetto si sono concluse nel 2019 con il raggiungimento di due importanti traguardi programmatico-progettuali e istituzionali. Dal punto di vista programmatico-progettuale, sono state selezionate, in collaborazione con il Ministero dell’Educazione del Cantone di Una-Sana, 3 scuole elementari del Cantone (Prekounje Primary School, Harmani I e Harmani II Primary School di Bihać) come HEART Friendly Schools, equipaggiate di tutto il materiale necessario per diventare Hub territoriali per la diffusione della metodologia HEART e per offrire, a loro volta, delle attività di peer-to-peer monitoring a tutti gli insegnanti interessati ad utilizzare quotidianamente HEART in classe. Dal punto di vista istituzionale, la firma del Memorandum of Understanding con il Ministero dell’Educazione del Cantone di Una-Sana, oltre a comprovare il valore e l’importanza del programma HEART e a migliorarne il monitoring e l’implementazione territoriale, ha garantito l’interesse delle autorità competenti locali nello sviluppare una strategia di sostenibilità tesa ad una possibile istituzionalizzazione del metodo HEART in tutto il paese e ad una sua futura integrazione nei curricula scolastici nazionali.

“We have a HEART workshop once a week, but I use many elements in everyday classes, so that children in a way come in touch with this methodology practically every day, they respond excellently and actively participate, and most importantly, they have interest for it and learn by playing. They are convenient for me as a workshop facilitator to get to know the children even better, some of them who are shy or not active at classes simply ‘flourish’ at these workshops, they are encouraged to get actively engaged or to present in front of their peers, and I often discover some of their new talents”

Aida Piralić, third-grade teacher from Primary School “Prekounje” (Bihać, Una-Sana), after participating in one HEART workshop in March 2019.

HEART – Emergency Response Unit (2019-2020)

Dal 2015, più di un milione di migranti e rifugiati, di cui si stimano circa 300’000 bambini, si sono riversati sulla Rotta dei Balcani nel tentativo di raggiungere l’Europa. L’accordo con la Turchia (Marzo 2016) invece di rallentare il flusso delle persone, adulti e minori, in transito, ha soltanto aumentato la loro vulnerabilità: si registrano sempre di più casi di migranti che sono vittime di violenze, abusi, furti da parte di trafficanti senza scrupoli. I bambini, e in particolar modo i minori non accompagnati, sono le fasce più a rischio di violenza ed abusi, inclusi quelli sessuali.

Se fino al 2017, il flusso di migranti e rifugiati – in provenienza prevalentemente da Iraq, Iran, Siria, Afghanistan, Bangladesh e Pakistan – è rimasto costante, da gennaio 2018, in concomitanza con la drastica chiusura della frontiera del Mediterraneo, si è registrato un aumento del 66% delle persone che sono arrivate in Bosnia Erzegovina, pari ad un totale di circa 70’315 persone, di cui circa 17’000 nel 2020. Nel 2020, nel solo Cantone di Una-Sana, che è il cantone bosniaco maggioritariamente colpito dall’arrivo dei nuovi flussi migratori in provenienza prevalentemente dall’Algeria, dal Marocco e dalla Somalia, nonostante un forte calo dei nuovi arrivi rispetto agli anni precedenti dovuto alla diffusione del COVID-19, si è registrata una presenza di 8’000-11’000 persone ufficialmente identificate e registrate. In realtà si teme che siano quasi il doppio, persone “invisibili” che, sfuggendo ad ogni tipo di sistema di accompagnamento ufficiale, senza diritti e in condizioni igienico-sanitarie pessime, sono ad alto rischio di sfruttamento, violenza ed abusi, e human-trafficking.  

Dal 2018, Save the Children North West Balkans, nel tentativo di rispondere, in modo tempestivo e mirato, a questa drammatica emergenza migratoria (che dal 2020 è diventata anche sanitaria ed emozionale) ha avviato un nuovo tipo di intervento “in emergenza” teso a garantire ai minori on the move, accompagnati e non, pieno accesso a dei servizi qualitativi in termini di protezione, di integrazione scolastico-sociale e di accompagnamento psicosociale, dentro e fuori i 3 Transit and Reception Centers di Bira, Borici e Sedra, allestiti nel cantone di Una-Sana. Nel farlo, si è avvalsa del metodo HEART in virtù della sua adattabilità e capacità intrinseca di rispondere in modo terapeutico, attraverso l’espressione artistica, ai bisogni dei bambini, affetti da differenti traumi di natura psicosociale, inclusi quelli migratori, e PTSD.

HEART in 5 Model Schools, Cantone di Una-Sana (2019-2020)

Dall’inizio dell’emergenza migratoria, Save the Children North West Balkans ha elaborato un “Preparatory HEART Program”, un programma educativo (della durata massima di 3 mesi) di valutazione di skills e di competenze (linguistiche, scolastiche e relazionali) basato sul metodo HEART, destinato ai minori accolti nei campi di accoglienza, e finalizzato alla loro integrazione scolastica/sociale nelle classi regolari insieme ai loro pari bosniaci. Implementato con successo presso 5 Model Schools del Cantone di Una-Sana, identificate grazie alla collaborazione con il Ministero dell’Educazione locale, il programma, con il sostegno di Alta Mane, ha raggiunto, nel periodo 1° settembre 2019-30 settembre 2020, un totale di 494 minori, migranti e rifugiati (6-15 anni), accolti presso i 3 Transit and Reception Centers di Bira, Borici e Sedra.

HEART nei 3 Child-and-Youth Friendly Spaces allestiti presso il Bira, Borici e Sedra Transit and Reception Centers, Bihać, Cantone di Una-Sana (2019-2020)

In collaborazione con l’Unicef e le ONG locali Zene Sa Une (fino a fine febbraio 2020) e Association LAN (da marzo 2020), Save the Children North West Balkans organizza e implementa dentro i 3 Transit and Reception Centers di Bira, Borici e Sedra diverse attività artistico-pedagogiche destinate ai bambini più piccoli e ai minori non accompagnati, e suddivise come segue:

  • HEART Activities (unicamente nel Bira TRC): destinate ai minori non accompagnati, le HEART activities vengono gestite e implementate dai Chief Operation Officers e Field Officers di Save, insieme a diversi mediatori culturali, che se necessario vengono anche affiancati dall’intervento di psicologi. Le attività si svolgono 24/7 e vengono gestite da 3 teams, secondo 3 shifts quotidiani, e si sviluppano dentro dei container, equipaggiati con tutti i materiali artistici necessari per lo svolgimento delle attività artistiche;
  • Child-and-Youth Friendly Spaces (CFS): gestiti dagli operatori delle ONG locali, i CFS sono degli spazi protetti, a misura di bambino, allestiti dentro i TRCs all’interno dei quali vegono proposte una serie di attività artistico-pedagogiche ai bambini più piccoli (0-17 anni) che permettono loro di processare i traumi subiti durante i vari percorsi migratori (alcuni dei quali sono durati più di 2 anni, iniziando in Afghanistan e finendo temporaneamente in BiH) e comunicare il loro vissuto e le loro emozioni attraverso il metalinguaggio dell’arte, che si sostituisce all’incomunicabilità della comunicazione verbale, e che diventa quindi il passaggio per un nuovo percorso della parola.

Con il sostegno di Alta Mane, tra il 1° settembre 2019 e il 30 settembre 2020, Save the Children, ha allestito 3 CFS presso il Bira, Borici e Sedra Transit and Reception Centers (TRCs) a Bihać, equipaggiandoli di tutto il materiale didattico necessario per offrire diverse attività educativo-artistiche ai minori accolti nei centri. Adattate all’età e ai loro bisogni specifici, le diverse attività, svolte 7/7 giorni nel Sedra e Borici TRCs, e 3 giorni a settimana nel Bira TRC, hanno raggiunto un totale di 931 minori, migranti e rifugiati, di età compresa tra 0-17 anni, di cui 119 UASC, e 172 genitori.

Dal 2014 HEART ha contribuito a:

HEART in numeri (2016-2020)

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minori on the move (0-17 anni), di cui 119 UASC, hanno partecipato a diverse attività educativo-artistiche all’interno di 3 Child-and-Youth Friendly Spaces a Bihać (Cantone di Una-Sana)
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bambini e bambine (6-15 anni), di cui 419 minori on the move, hanno beneficiato del programma HEART introdotto in 61 scuole elementari (Cantoni di Tuzla, Posavina e Una-Sana) e 5 Model Schools del Cantone di Una-Sana
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minori on the move (6-15 anni) hanno partecipato al Preparatory HEART Program
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facilitatori (di cui 8 mediatori culturali)
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insegnanti hanno ricevuto una formazione al metodo HEART
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training di formazione (Basic e Follow-up Trainings)
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Model Schools (HEART Friendly Schools) selezionate nel cantone di Una-Sana
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Child-and-Youth Friendly Spaces allestiti presso i TRCs di Bira, Borici e Sedra

“The first thing I do in the morning, after having breakfast, is running to the Child Friendly Space, where my teachers are waiting for me, with a smile. We have classes, learning languages, mathematics, arts, and after that we do something else for fun or we spend time outside playing sports (…) What I like the most, is that my teachers always have a smile on their face. If I’m sad, they help me feel happier. I realized that, if I go to school and learn, I will also always have a smile on my face like them”.

Farhid , from Refugee Camp in Bihać, Una-Sana Canton.